lunedì 31 agosto 2009

Siamo arrivati ad un punto inaudito: questo attacco alle domande, ai giornalisti, siamo alle denunce. Credo sia in gioco un pezzo della qualità della nostra democrazia. Ci vuole una riscossa da parte degli operatori di questo settore, sostenuti dall’opinione pubblica, che cominci a muoversi e mobilitarsi sul serio.
Pierluigi Bersani, Bologna 28 agosto 2009

tempestivo il ragazzo: http://www.youtube.com/watch?v=LtoUsbJ0CWI

lunedì 24 agosto 2009

L’Antimafia Pignorata

di Claudio Fava

Mer, 29/07/2009 - 07:07

Quando ammazzarono Giuseppe Fava, una sera di 25 anni fa, i ragazzi dei Siciliani provarono a immaginare come sarebbe stata la loro vita da quella notte in poi. Diversa, irrimediabilmente: lo capirono subito. E misero nel conto molte cose: dolore, fatica, solitudine e un giornale da tenere in vita a morsi. Nessuno di noi pensò che un quarto di secolo dopo lo Stato avrebbe presentato il conto economico di quella morte: 100 mila euro da pagare in moneta sonante per i vecchi e miseri debiti del giornale, riveduti e corretti da una sentenza del tribunale con il solito corredo di more e interessi passivi. Tre mesi di tempo per saldare, pena la vendita forzosa delle nostre case già pignorate per ordine dei giudici. Una di queste, ereditata dai suoi figli, è la casa in cui nacque e visse Giuseppe Fava.Anch'essa sotto sigilli, in attesa che sia fatta giustizia. Ora, il problema non sono questi denari: forse si potranno racimolare, è già partita una catena di indignata e stupefatta solidarietà che dimostra l'esistenza in vita di un'Italia civile, nonostante tutto. Il problema è l'insegnamento che ciascuno di noi dovrebbe trarne e trasmettere ai propri figli: cari ragazzi, se malauguratamente un giorno la mafia dovesse ammazzare vostro padre invece di affannarvi a proseguire il suo mestiere e la sua ricerca di verità mettetelo da parte, quel mestiere. Dedicatevi ad altro, andate via, rassegnatevi. Altrimenti, prima o poi, vi presenteranno il conto. Avremmo dovuto far questo? Seppellire Fava e chiudere i Siciliani? Quel grumo di ragazzi (io avevo 26 anni, il più vecchio andava per i 30) scelsero la cosa sbagliata: il giornale non si chiude, si va avanti senza pubblicità, rinunziando ai propri stipendi. Sull'editoriale del primo numero in edicola dopo l'omicidio scrivemmo: «Ci dispiace arrivare in edicola con qualche giorno di ritardo per cause che non dipendono dalla nostra volontà». Ecco: nemmeno la soddisfazione di squadernare in pubblico il nostro dolore gli regalammo.
Andammo avanti per molti anni. Stipendi zero. Pubblicità zero. Conservo ancora una cortese letterina del Banco di Sicilia, lo stesso istituto di credito indebitato per decine di miliardi con i cavalieri del lavoro e coi loro ruffiani politici, che ci diceva di non voler acquistare una pagina di pubblicità sui Siciliani al prezzo di 250 mila lire. Certo, quando devi tirare avanti così contando solo sulle copie vendute ti tocca far qualche debito: carta, tipografia, fornitori. Bene: quei debiti, rivalutati dall'aritmetica giudiziaria, sono diventati oggi quasi centomila euro. Venticinque anni dopo: vendete le vostre case. Qualcuno vorrebbe sentirselo dire: abbiamo fatto male, ragazzi, tanto valeva piegare il capo. E invece sono qui a dirvi che, se pur dovremo pagare per un fottuto puntiglio giudiziario questi soldi, se pure ci toccherà riscattare ancora una volta la morte di Giuseppe Fava, tornando indietro rifarei ciò che ho fatto. E lo rifarebbero tutti i miei compagni dei Siciliani. A cominciare da quell'editoriale, nel gennaio del 1984: ci dispiace per questi giorni di ritardo, il nostro lavoro va avanti….

Ps. Se qualcuno vuol dare una mano è aperta la sottoscrizione sul conto corrente della «Fondazione Giuseppe Fava», IBAN IT22A0301926122000000557524

mercoledì 5 agosto 2009

Strane voci su Danila Subranni, capoufficio stampa e portavoce del Ministro della giustizia ALFANO


...Antonio Subranni, allora maggiore, fu nel 1978 il comandante del Reparto operativo del Gruppo Carabinieri di Palermo che guidò le indagini sull’omicidio di Giuseppe Impastato, avvenuto a Cinisi (Palermo) il 9 maggio1978 e che, quindi, fu il primo responsabile dei depistaggi commessi dall’Arma dei Carabinieri per affermare la falsa teoria secondo cui Impastato si era ucciso nel compimento di un attentato dinamitardo e per scartare la vera causale (poi affermata dalle sentenze) dell’omicidio di mafia compiuto su diretto ordine del capomafia di Cinisi Gaetano Badalamenti; la stessa sentenza emessa dalla Corte d’assise di Palermo nei confronti di Gaetano Badalamenti rilevò criticamente l’operato investigativo dei carabinieri allora guidati dal maggiore Subranni; nel 1990 il generale Antonio Subranni divenne il comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dell’Arma; secondo quanto può leggersi nella motivazione della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Firenze nel processo per le stragi mafiose del 1993, nella predetta qualità di comandante del Ros egli fu il più alto punto di riferimento istituzionale di un’inconcepibile trattativa instaurata con l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra da due ufficiali suoi subordinati, l’allora colonnello Mario Mori e l’allora capitano Giuseppe De Donno, trattativa criminogena che sarebbe in atto al centro delle indagini delle Procure distrettuali antimafia di Palermo e Caltanissetta; ancora oggi il generale Subranni è indagato dalla Procura distrettuale antimafia...
Articolo completo QUA


Danila Subranni, capoufficio stampa e portavoce del Ministro della giustizia ALFANO, sembra essere la figlia del suddetto generale Antonio Subranni.

Il senatore del partito democratico Giuseppe Lumia ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio...



domenica 2 agosto 2009

Lumia candidato PD in Sicilia... FA PAURA a Cuffaro

Benny calasanzio Borsellino ha scritto un articolo su un nuovo candidato (LUMIA) alla segreteria del PD in Sicilia:
http://bennycalasanzio.blogspot.com/2009/07/beppe-lumia-alla-segreteria-del-pd.html

Lumia era stato già condannato a morte da Provenzano. Nino Giuffrè, ex boss di Caccamo suo braccio destro, dopo l’arresto e il pentimento confessò: "Io e Provenzano volevamo uccidere Lumia .... ecc..."


Ora guardate cosa dice CUFFARO su LUMIA:
http://www.youtube.com/watch?v=3wIGQDNGZKc#t=1m50s

COSA DICE CUFFARO NEL VIDEO:
poi è venuto fuori questo Lumia che credo alla fine possa essere solo il candidato di Dell'Utri, Miccichè, Lombardo, hanno fatto questo accordo comune per il govevrno della regione

un pezzo di merda CUFFARO.

Chi è Amedeo Laboccetta?

Quando prestavo servizio a Catanzaro quale PM vi erano i parlamentari terminali politici dei poteri criminali sui quali investigavo che mi "tenevano in carico", nel senso che provvedevano a fare interrogazioni parlamentari ed altre attività al solo fine di fermare la mia azione giudiziaria. Come ho preso servizio a Napoli - trasferito in modo ingiusto ed illegittimo dal CSM in cui opera Mancino - sono stato preso in carico, in particolare, dal parlamentare del PDL Amedeo Laboccetta, del quale vi invito ad andare a verificare il pedigree su internet. In sintesi, già squadrista fascista, il suo nome compare nell'inchiesta sulla strage del treno 904, viene anche perquisito d'iniziativa dalla Polizia di Stato in quanto si ritiene possa essere possessore di armi; ritenuto vicino ad ambienti dei servizi ed anche della criminalità organizzata, negli anni della tangentopoli napoletana si presenta con la faccia del moralista, salvo poi essere arrestato per mazzette. Quindi entra nel partito che più lo soddisfa tenuto conto del suo curriculum (tanto da essere inserito nella Commissione Antimafia) ed ecco che viene coinvolto, anche da ultimo, nella nuova tangentopoli napoletana, quella in cui viene arrestato l'imprenditore di Napoli Alfredo Romeo e si individua una rete capillare di corruzioni di politici campani (Laboccetta è imputato ovviamente). Laboccetta si presta ad operazioni sporche - proprie di quel mondo melmoso che annaspa nelle deviazioni di schegge delle Istituzioni e che si nutre di attività illegali - ed è per questo che viene utilizzato quando si devono colpire servitori dello Stato che indagano sulle deviazioni istituzionali e sui rapporti tra criminalità organizzata e poteri. Ma, come si dice a Napoli, egli è carta conosciuta, nonostante cerchi ogni tanto di cambiare veste per cercare di fare fesso le persone. Il personaggio però è sempre quello: losco era e losco è rimasto.

Luigi De Magistris